Thursday, April 11, 2013

IN DEGUSTAZIONE: STEVEN WILSON


Artist: Steven Wilson
Song: Drive Home
Album: The Raven That Refused To Sing (and other stories)
Year: 2013
Che gusto ha/What does it taste like:
(ITA) In auto di ritorno verso casa alla fine del giorno. Autostrada. Un battito di ciglia, i pensieri che fluiscono dalla coscienza senza più gli argini della ragione. Il sole che scende nello sfondo. Ci ricordiamo di svoltare alla nostra uscita. Quella che ci riporta al tepore domestico. Alle nostre cose. Ma ci rendiamo conto di aver commesso un errore. "Non è grave", pensiamo, "quante altre volte è accaduto!".
Ma mentre percorriamo il lungo ed ora buio viale alberato, l' asfalto, i monti in lontananza e gli alberi stessi, in modo inizialmente impercettibile, prendono a sgretolarsi di fronte ai nostri occhi. Come frammenti di
immagine che, uno alla volta, si staccano dal panorama che ci circonda e svaniscono chissà dove. Improvvisamente ci troviamo immersi nella notte. In un punto indefinito del cielo stellato e (di colore) marino della notte. Le mani sul volante, fissiamo oltre al vetro di fronte ai nostri occhi. Il cono di luce dei fari che si perde in questo universo senza più trovare superfici su cui potersi adagiare. Una leggera pioggia di pulviscoli luminosi che come lucciole leggere circondano la nostra auto.
(Ed è qui che il suono scivoloso di un violino si insinua tra le note del piano e l' arpeggio per introdurre l' assolo, epico ed elettrico, di Wilson).
E come in un agguato disinteressato, un infinito numero di forme deformi di vita primordiale riempono il cielo e ci vengono incontro. Sono un esercito luminoso di tonalità fluorescenti e volano in direzione opposta alla nostra avvolgendo l' auto e portandoci in un tunnel caleidoscopico di colore e di calore.
Sospiriamo la nostra preghiera come in un mantra che si fa spazio nella nostra mente per ritrovare la strada di casa...e in un breve ma infinito lasso di tempo le creature scompaiono e torna il buio, dapprima assoluto, e poi man mano più familiare in cui finalmente riconosciamo la notte ed infine...il viale di casa.

Stiamo parlando di un' artista geniale e di un lavoro illumminato...psichedelico ed epico come alcuni dei capitoli migliori della saga musicale dei suoi Porcupine Tree.

(ENG) Driving back home at the end of the day. Freeway. The blink of an eye, thoughts flowing from consciousness with no more rational levees. The sun going down in the background. Somehow we remember it's time to exit the freeway and take the road leading us back to our domestic warmth. Back to "our things". But we soon realize we have made a mistake. "It's nothing serious," we think, "how many times that happened before".
But, as we drive along the now dark tree-lined avenue, the 'asphalt, the distant mountains and the trees themselves, start crumbling before our eyes. Like the fragments of an image, one at a time, they detach from the surrounding landscape and disappear somewhere. Suddenly we find ourselves immersed in the night. In an indefinite point in the starry ocean-colored sky. The hands firmly on the steering wheel, and our eyes fixed toward the glass window ahead of us. The headlights's cones no longer find surfaces on which to lay upon and get lost in this unseen and unexpected universe. A light rain of luminous dusts envelops our car like a swarm of fireflies.
(And that's where the slippery sound of a violin winds between the notes of the piano and the arpeggio in order to introduce Wilson's epical electrical solo).
And as in a disinterested ambush, an infinite number of deformed forms of primordial life, fills the sky and comes towards us. They are a bright army of fluorescent shades flying in our opposite direction then wrapping our car and taking us into a kaleidoscopic tunnel of color and warmth.
We sighs our prayer like a mantra that's making space into our mind in search for a way home. And in a short (but seemingly infinite) span of time, the creatures disappear and return to obscurity. Absolute in its darkness at first, and then gradually becoming more familiar. To the point of finally unveiling our driveway.

We are talking about a brilliant artist and an enlightened work. Psychedelic and epic as some of the best chapters in the Porcupine Tree's musical saga.

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