Artist: Mazes
Song: Ores and Minerals
Album: Ores and Minerals
Label/Year: Fat Cat, 2013
Che gusto ha/What does it taste like:
Un piccolo passo in avanti e subito, istintivamente, uno indietro. Come se ci fossimo scottati. Poi ci voltiamo leggermente per verificare di essere al sicuro. Sempre in punta di piedi. Muoviamo un altro passo a destra. Non abbiamo una meta ma, in qualche modo, intendiamo solo sopravvivere. Ci tocchiamo leggermente il ginocchio guardando verso un punto sopra alla nostra testa, che teoricamente corrisponderebbe al cielo. E subito riprendiamo la nostra lenta e meticolosa danza. La polvere fucsia che ricopre questo pianeta ha un effetto strano sotto la pianta del piede. Ci sentiamo come papere su un campo di morbida plastica bagnata. Album: Ores and Minerals
Label/Year: Fat Cat, 2013
Che gusto ha/What does it taste like:
Ogni tanto sentiamo una fragorosa risata che rimbomba nell'aliena vallata. Volgendo lo sguardo verso l'alto, chissà come, vediamo i nostri piedi. E così avviene se pensiamo di guardare verso il basso...improvvisamente si aprono spirali di cielo multicolore. Onde fluorescenti che ci ruotano intorno e ci stordiscono mescolando improvvisamente ogni punto di riferimento che pensavamo di esserci assicurati. E così continuiamo la nostra goffa danza. Non apparteniamo a questo luogo e ciò ci viene puntualmente ricordato dalle fragorose risate che ci scherniscono. Come ci siamo finiti? solo pochi minuti fa stavamo dando da mangiare al nostro iguana...e poi...
Non lo vediamo ma di sicuro c' è un qualche Dio buffone che si sta prendendo gioco di noi. Non lo vediamo ma è proprio lui che ci ritroviamo a pregare...
Sono villaggi sonori, quelli dei Maze, che giocano sapientemente con tutte le sfumature più intime della psichedelia e di un folk intriso di LSD. Tracce sfuggenti e distorte che ipnotizzano e balzano tra generi e periodi storici non appena pensiamo di averne inquadrato le sonorità. Superbamente caleidoscopici.
(ENG) A small step forward and immediately, our instinct drive us one step back. As if we had just burned. Then we turn back slightly, to make sure we are safe. Always on tiptoes. So we move another step to the right. We have no destination. Our sole goal is survive. We barely touch our knees while looking towards a point above our head, which theoretically corresponds to the sky. But here we are, immediately, resuming our slow and meticulous dance. The pink powder that covers this planet has a strange effect on the soles of our feet. We feel like ducks in the midst of a soft and wet plastic field. Every now and then we hear a hearty laugh that rumbles in this spaced-out valley. Glancing upward, somehow, we see our feet. And so it is if we think we're looking down...suddenly a sky of multicolored swirls opens up in front of our attonished pupils. Fluorescent waves that revolve in all directions and stun us suddenly stirring every benchmark we thought we had secured us to. And so we can't do anything then continue our clumsy dance. We do not belong to this place and we are regularly reminded about that by the uproarious laughter that ridicules us. How did we end up here? just a few minutes ago we were feeding our iguana ... and then ...
I do not see it, but for sure there 's some fool God here making fun of us. I do not see him but it's him that we find ourselves praying ...
Sound villages, those created by Maze, that skillfully play with all the most intimate nuances of psychedelia and a folk that is deeply infused with LSD. Elusive and distorted tracks that hypnotize us and jump inbetween genres and historical periods just as soon as we thought we had managed to frame the sound somewhere. Kaleidoscopic and, always, intriguing.
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